La letteratura più recente ha evidenziato i benefici dell’allattamento al seno, rispetto alle formulazioni commerciali di latte, sull’accettazione di nuovi alimenti nei primi mesi di vita del bambino.
A questo proposito, essendo l’alimentazione naturale dei neonati allattati al seno caratterizzata da una grande varietà di sapori/odori, l’esperienza sensoriale che il bambino riceve attraverso il latte materno lo prepara e lo aiuta, durante lo svezzamento, ad accettare i nuovi alimenti con più facilità, grazie alla probabile precedente esposizione, attraverso il latte, a certi sapori.
Contrariamente, le formulazioni di latte per l’infanzia, per la limitata varietà di aromi percepiti e la costanza del profilo aromatico che le caratterizza, non aiutano l’accettazione dei nuovi sapori a cui il bambino è esposto nel passaggio ad altri alimenti.
Per esempio, è dimostrato che il consumo ricorrente di frutta (pesche) e di verdura (carote) da parte della madre nei periodi di gravidanza e allattamento porta il neonato ad accogliere meglio questi sapori durante lo svezzamento.
I sapori nell’alimentazione del bambino
Le predilezioni sensoriali sono quindi condizionate dalla dieta che la madre ha seguito nel corso della gravidanza e dell’allattamento.
Pertanto, la precoce esposizione ai sapori/ odori percepiti nel latte materno derivati da una dieta della madre ricca di frutta e verdura, e la durata dell’allattamento, possono influire sulla predisposizione del bambino al consumo di questi alimenti.
Va aggiunto che, nei primi sei mesi di vita il gradimento di sapori nuovi, e di conseguenza la quantità assunta dell’alimento, aumenta molto più rapidamente di quanto non avvenga nei bambini in età prescolare e scolare o negli adulti. Ne consegue che le preferenze acquisite in questa fase della vita possano avere effetti permanenti.
Introduzione di nuovi alimenti nella dieta dei bambini
A supporto dei benefici che può dare il latte materno nello sviluppo delle preferenze alimentari, alcuni autori hanno rilevato al momento dell’introduzione di nuovi alimenti nella dieta di bambini di 5-7 mesi un maggior gradimento per quattro nuovi alimenti (puree di zucchine, pomodori e di piselli, e successivamente carne e pesce) tra i lattanti che erano stati alimentati con il latte materno in confronto a quelli alimentati con latte formulato.
In aggiunta, la varietà di esperienze di sapore durante la prima ontogenesi può essere la ragione per cui, rispetto ai neonati alimentati con latte formulato, i bambini che sono stati allattati al seno sono meno esigenti, o “difficili” nel mangiare, e più predisposti a provare nuovi alimenti (minore neofobia alimentare), caratteristiche che vengono mantenute anche nell’età scolare.
La corretta alimentazione materna come fattore determinante
Proprio perché le fasi prenatale e neonatale sono periodi particolarmente sensibili per l’apprendimento dei sapori e la formazione delle preferenze, l’alimentazione della madre può essere un fattore determinante per favorire precocemente la corretta esposizione ad alimenti salutari.
La trasmissione di composti volatili derivanti dalla dieta della madre al latte è ben documentata, sebbene avvenga selettivamente, in quantità che variano nelle ore successive all’ingestione, per intensità e per tipo di composto e con alta variabilità interindividuale, a indicazione del diverso assorbimento.
A conferma, recenti studi hanno rilevato un’ampia varietà di composti terpenici nel latte materno, presumibilmente derivanti dalla dieta, non riscontrati nei prodotti formulati, oltre ad un’ampia gamma di prodotti di ossidazione lipidica, quali aldeidi, chetoni e alcoli.
È importante, quindi, che i bambini sperimentino attraverso il latte materno i sapori che derivano dal consumo di alimenti salutari come frutta e verdura e in tal senso, l’aumento del consumo di frutta e verdura tra le donne in gravidanza e in allattamento può essere un’efficace strategia per favorire il consumo di questi alimenti nel bambino.
Alimenti e comportamenti sconsigliati per la gestante: alcol e fumo
Non tutte le sostanze trasmesse con il latte materno hanno però effetti positivi.
Come altri aromi, anche l’alcol e il fumo di sigarette sono percepiti nel latte materno, seppure non sia stato dimostrato che la trasmissione di tali aromi al latte possa creare propensione al consumo di alcol o di sigarette.
In sintesi, le prime esperienze sensoriali con composti aromatici dal liquido amniotico e dal latte materno durante i cosiddetti periodi “sensibili” di apprendimento dei sapori, sono fattori determinanti all’origine delle preferenze di gusto, e possono condizionare il comportamento nel passaggio ad alimenti solidi, creando propensioni e avversioni che a loro volta incidono sulla salute e sul benessere del neonato, del bambino e quindi dell’adulto
Cosa fare e come mangiare durante l’allattamento?
Alla luce di quanto sopra riportato si possono riassumere una serie di consigli nutrizionali per la donna che allatta.
In generale la donna che allatta dovrebbe seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, una dieta mediterranea che abbia alla sua base frutta, verdura e cereali, meglio se integrali, importanti fonti di fibra alimentare.
Se possibile, è preferibile scegliere frutta e verdura di stagione e di produzione locale.
Non deve mancare inoltre, considerato anche l’incrementato fabbisogno proteico, l’assunzione di 4-5 porzioni settimanali di legumi, fonti di proteine vegetali e fibra, da alternare a carne, pesce, uova e formaggi. Il pesce, vista l’importanza di un’aumentata assunzione di DHA, ha un ruolo di rilievo nell’alimentazione della donna che allatta.
Per coprire questa quota di DHA sono necessarie almeno 2 porzioni di pesce alla settimana, meglio 3-4 porzioni. La scelta del pesce deve saper combinare però, allo stesso tempo, pesce relativamente grasso e ricco di EPA e DHA e pesce a basso rischio di contenere i contaminanti ambientali quali il metil-mercurio. È bene quindi preferire pesce azzurro di taglia piccola (sarde, alici, sgombro) piuttosto che pesci di grossa taglia come tonno e pesce spada, accumulatori di contaminanti.
Noci, anacardi, mandorle e, più in generale, tutta la frutta secca, ricca in acidi grassi mono e polinsaturi, potrebbe essere un ottimo snack giornaliero da poter assumere almeno una volta al giorno. Il consumo giornaliero di frutta secca, dato l’elevato contenuto energetico, potrebbe, difatti, rappresentare un piccolo punto di partenza, assieme ad un’altra serie di modifiche, per permettere l’incremento del fabbisogno energetico senza però sfociare in un’alimentazione caloricamente eccessiva e poco attenta alla qualità.
Il surplus energetico e proteico può esser soddisfatto, prima di tutto, dall’aumento delle porzioni, in modo bilanciato, dei primi e dei secondi piatti. Per quel che riguarda i cereali per i primi piatti, quali pasta, riso o pane e altri cereali considerando l’assunzione di queste fonti di carboidrati sia a pranzo che a cena, è consigliato incrementare di 25-30g circa ciascuna porzione.
Anche i secondi piatti devono andare incontro a un piccolo incremento delle porzioni, che sarà quantitativamente differente, a seconda che si parli di carne, pesce o legumi: giornalmente, 30 g aggiuntivi di carne, 50 g di pesce e 50 g di legumi freschi.
Ipotizzando comunque l’assunzione del secondo piatto sia a pranzo che a cena, per “praticità” si consiglia di incrementare il quantitativo di carne, pesce o legumi solo in uno dei due pasti principali, facendo ruotare nel corso della settimana la scelta del secondo piatto da incrementare e prediligendo legumi e pesce.
Inoltre durante la giornata, parlando sempre di surplus e quindi di un qualcosa che deve essere “aggiunto” allo schema alimentare abituale, associare anche un altro piccolo spuntino, rappresentato magari da uno yogurt o un bicchiere di latte parzialmente scremato, 1 porzione frutta secca o semi ( 20g).
In sintesi per allinearsi alle indicazioni dei LARN, 2014 relativamente all’incremento necessario per la donna che allatta, in termini di energia (+500 kcalorie) e proteine (+21) e altri nutrienti si suggerisce un aumento nella giornata: +50g di pasta, riso (o altri cereali) meglio se integrale o 60 g di pane meglio se integrale +30 g di carne/50g di pesce/50g di legumi freschi +125 g di yogurt bianco /150 ml di latte parzialmente scremato + 80 g di frutta fresca o 1 porzione di verdura cruda (es:insalata, pomodori) o 1 porzione di verdura da cuocere(es: bieta, spinaci).
Considerazioni finali
Il surplus energetico è di circa 500 kcal al giorno. L’allattamento non può essere il pretesto per un’alimentazione caloricamente eccessiva e magari poco attenta alla qualità.
- Dieta sana e bilanciata vuol dire in questo caso una dieta che contenga buone fonti proteiche (i fabbisogni proteici in allattamento sono elevati) provenienti da alimenti di origine animale (carne e pesce, latte e yogurt) e fonti di proteine vegetali (fagioli e lenticchie);
- E’ importante assumere pesce almeno due-tre volte alla settimana per assicurare i giusti apporti di DHA;
- In termini di qualità della dieta non va trascurata l’importanza di mangiare molta frutta e verdura soprattutto se si è osservato un aumento di peso per effetto della gravidanza. Se possibile scegliere frutta e verdura di stagione e di produzione locale;
Dopo la nascita del bambino è facile che si avranno 3-4 kg in più rispetto al peso pregravidico.
- Evitare di perdere peso rapidamente, le riserve energetiche possono essere mobilizzate per la produzione di latte.
- La produzione di latte è un processo che ha un costo energetico, quindi, l’allattamento stesso può essere un modo per aiutare a perdere peso dopo la gravidanza.
- Soprattutto nel caso della presenza di eccesso ponderale combattere la fame successiva alla poppata con alimenti sazianti e a bassa densità calorica, ossia fonti proteiche associate a verdura e frutta; associare sempre una moderata attività fisica; l’alcol passa nel latte materno, meglio non bere oppure limitare al massimo l’assunzione di bevande alcoliche.
- La sporadica assunzione di alcol non deve essere una ragione per interrompere l’allattamento al seno.
- Osservare l’accorgimento di lasciare passare 3-4 ore dalla assunzione di alcol (anche una singola unità alcolica) prima della poppata; non c’è alcuna evidenza di un effetto benefico delle bevande alcoliche (birra) sulla produzione di latte non è necessario bere di più di quanto serve per aumentare la produzione di latte.
- Il fumo di sigaretta determina una minore produzione di latte che quindi può compromettere la performance di crescita del bambino.
- Il fumo di sigaretta determina anche una diminuzione della concentrazione di vitamina C nel latte materno.
- La caffeina passa nel latte materno e può causare ipereccitabilità e difficoltà nel sonno del bambino.
- Evitare eccessi di assunzione di caffè, tè e cola come indicato durante la gravidanza.
- Seguire un’alimentazione varia per favorire nel bambino l’apprendimento di nuovi sapori e facilitare l’introduzione di cibi solidi allo svezzamento; mantenere alto il consumo di frutta e verdura:
- l’esposizione del bambino attraverso il latte materno ai sapori di questi alimenti lo aiuterà ad apprezzarli e consumarli nel corso della sua crescita;molti farmaci possono passare nel latte materno.
- La maggior parte delle terapie farmacologiche non sono una controindicazione all’allattamento al seno. In ogni caso meglio verificare con il proprio medico.