Questa patologia multifattoriale va affrontata da più parti, agendo anche sullo stile di vita. Dalla medicina estetica arriva un trattamento molto valido: la carbossiterapia
In estate si rinnova l’attenzione verso una problematica che, in realtà, è sempre presente nel corso dell’intero anno, la cosiddetta “cellulite”. Considerata per molto tempo un semplice inestetismo degli arti inferiori, la cellulite cela nella realtà una vera patologia, che è la sofferenza del microcircolo e dell’interstizio cellulare sottocutaneo che da questo riceve nutrimento. Una condizione che, se non trattata nel tempo, evolve nella sclerosi tessutale interstiziale micro- e macronodulare.
Le cause della cellulite
La cellulite è causata da diversi fattori che vanno considerati uno per uno per combattere il problema nel modo migliore. Questi fattori sono sedentarietà e sovrappeso, vizi posturali, abitudini alimentari scorrette, fumo, squilibri endocrini, insufficienza venosa. Ecco perché le varie soluzioni “fai da te” che, soprattutto ultimamente, vengono presentate come rimedi efficaci sono, in realtà, molto approssimative.
I farmaci per la cellulite
Esistono dei farmaci sviluppati per le patologie circolatorie che possono aiutare a contrastare la cellulite (vengono definiti antiedemigeni, venotropi, flebotonici). Tra questi ha un ruolo di rilievo soprattutto il mesoglicano, un principio attivo del gruppo degli antitrombotici, che agisce sulla permeabilità dell’endotelio, cioè il “rivestimento” dei vasi sanguigni e linfatici. Ha effetto sul glicocalice, cioè quella rete organizzata di glicoproteine, proteoglicani, glicosaminoglicani che ricopre l’endotelio vasale. Tali farmaci, tuttavia, per quanto preziosi alleati soprattutto nella prevenzione, non bastano da soli a ottenere risultati apprezzabili. La cellulite va infatti inquadrata secondo quattro parametri:
- Accentuazione della conformazione ginoide (in poche parole, se si ha il tipico fisico “a pera” che tende ad accumulare peso nella parte inferiore del corpo, quindi gambe, cosce, glutei);
- Ipotonia dei muscoli glutei;
- Adiposità localizzata;
- Pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica propriamente detta (PEFS), che altro non è che la cosiddetta pelle “a buccia d’arancia”.
A ciascuna di queste situazioni corrisponde una diversa logica terapeutica, considerando che spesso possono coesistere più condizioni insieme. Tutte queste situazioni però, possono trarre giovamento dalla carbossiterapia, un trattamento preliminare che agisce sull’insufficienza venosa e sulla stasi del microcircolo.
Cos’è la carbossiterapia
Impiegata inizialmente in Francia già dal 1932 nella cura di disturbi vascolari di varia natura, la carbossiterapia si è affermata negli anni come cura d’elezione per la PEFS, condizione in cui entra in gioco, come detto, un’alterazione del microcircolo venoso e linfatico con sofferenza dell’interstizio ovvero dello spazio compreso tra le cellule.
Come si esegue la carbossiterapia come trattamento per la cistite
La carbossiterapia si esegue con un’iniezione sottocutanea, tramite piccoli aghi, di anidride carbonica (CO2), che determina vasodilatazione e stimola la circolazione locale e l’ossigenazione. La somministrazione della CO2 richiede un controllo della velocità del flusso e del volume iniettato. Attorno alla zona trattata si avverte una lievissima sensazione di bruciore, di breve durata, che provoca un rossore momentaneo.
Quanto durano le sedute di carbossiterapia?
Le sedute di carbossiterapia hanno una durata di circa 30 minuti e il numero necessario dipende dalla severità dell’inestetismo; ulteriori cicli di terapia sono consigliati per il mantenimento nel tempo degli effetti raggiunti. Per ottimizzare i risultati desiderati è sempre consigliabile associare alla carbossiterapia anche delle sedute di linfodrenaggio.
La carbossiterapia è un trattamento sicuro, semplice da eseguire, privo di effetti secondari o collaterali indesiderati e può essere eseguito in alcuni centri Cerba HealthCare.
