Cos’è la sindrome femoro rotulea?
La sindrome femoro rotulea è una situazione che avviene spesso in pazienti di tutte le età.
Questo disordine crea un importante impatto negativo sulle attività del paziente, il quale molto spesso è costretto a diminuire o interrompere le attività sportive e anche quelle lavorative, il tutto a causa di sintomi che il paziente riferisce.
È una patologia che colpisce una persona su quattro nel corso della vita, con una maggiore predisposizione per le ragazze in età adolescenziale.
Sicuramente è un bel problema da risolvere per noi fisioterapisti, poiché la sua eziologia è complessa.
La sindrome femoro rotulea crea, infatti, un dolore nella parte anteriore del ginocchio, localizzato tra l’epifisi distale del femore e la rotula.
La rotula ha il compito di permettere la trasmissione della forza prodotta dal quadricipite alla tibia, favorendo l’estensione del ginocchio.
Per far ciò la rotula deve scorrere in un corretto canale, chiamato gronda femorale. Alla presenza di questa sindrome, la rotula tende a spostarsi lateralmente alla gronda femorale, scontrandosi con le pareti, determinando un fastidioso attrito, che oltre a causare un forte dolore, nel tempo può degenerare in patologia artrosica.
Il paziente, quindi, avverte un forte dolore nella parte antero mediale del ginocchio, che aumenta durante la flessione e il cammino. A volte si presenta anche un gonfiore, dovuto all’aumento del liquido sinoviale.
Il paziente, inoltre, riferisce crepitio nell’articolazione durante diversi movimenti.
Quali sono le cause?
Tra le cause che determinano il cattivo posizionamento della rotula abbiamo un’anomalia anatomica della gronda femorale, un eccessivo utilizzo dell’articolazione del ginocchio dovuta a carichi pesanti nello sport, come le escursioni in montagna, oppure nelle attività lavorative, ma sicuramente la più importante e principale è un’ipotrofia del muscolo quadricipite.
Il quadricipite è formato da quattro elementi: le componenti centrali devono generare la forza per estendere la gamba, le laterali invece hanno il compito di guidare la rotula nel suo percorso nella gronda femorale. Se uno degli elementi laterali lavora male, la rotula si sposterà verso il lato che lavora meglio.
Di solito il muscolo deficitario che causa questo dolore è il vasto mediale.
Quando si affronta una patologia femoro rotulea è importante capire se le origini scatenanti derivino da sovraccarichi funzionali o da deficit muscolari.
Generalmente le cause sono derivanti da una serie di situazioni complementari, che unite insieme creano questo disordine muscolo scheletrico.
Diagnosi e cura
Pertanto va eseguita un’approfondita valutazione funzionale, al fine di procedere con un giusto programma terapeutico.
Inoltre, è importante escludere tutte quelle patologie che possono condividere alcune caratteristiche della sindrome femoro rotulea, come la tendinite rotulea, la frattura della rotula, la rottura del tendine del quadricipite, la lesione del menisco, la lesione del crociato anteriore, una condropatia o una instabilità rotulea.
La diagnosi di sindrome femoro rotulea dev’essere fatta da un fisiatra o dall’ortopedico. Tuttavia, anche il medico di medicina generale può individuare il problema.
È una diagnosi esclusivamente clinica: avviene attraverso l’esame della storia del paziente.
Gli esami strumentali, come la radiografia e la risonanza magnetica, hanno scopo di escludere altre patologie.
Una volta capita la causa del dolore, è sicuramente molto importante l’apporto del fisioterapista, il quale con la terapia manuale, l’esercizio terapeutico, il taping, la terapia fisica ad alto livello come la TECAR, riuscirà a essere risolutivo nella riduzione del dolore e nel miglioramento della qualità di vita del paziente.
In conclusione, possiamo tranquillamente affermare che, alla luce della nostra esperienza clinica, riteniamo sia utile adottare un approccio basato su queste evidenze scientifiche per curare la sindrome femoro rotulea, che rimane una comune e disabilitante condizione muscolo scheletrica.