L’intolleranza al lattosio
L’ Ipolattasia, conosciuta più comunemente come intolleranza al lattosio, è sicuramente la reazione avversa più diffusa. Il lattosio è lo zucchero del latte, un disaccaride formato da glucosio e galattosio e per essere digerito deve necessariamente essere scisso nei rispettivi monosaccaridi dall’enzima lattasi. Nella maggior parte dei casi questa forma di intolleranza è determinata dalla progressiva inattività dell’enzima (intolleranza primaria), mentre in presenza di alcune patologie intestinali che compromettono l’assorbimento come il morbo di crohn, celiachia, o infezioni da rotavirus e alcune terapie farmacologiche, si può manifestare una forma transitoria (ipolattasia secondaria o acquisita). Rara invece l’intolleranza di tipo congenito che si manifesta nel lattante fin dalla nascita, caratterizzata da coliche e diarrea acquosa. L’intolleranza al lattosio inoltre non è da confondersi con l’allergia al latte, quest’ultima è una reazione immunitaria avversa alle proteine del latte che si manifesta con sintomi di natura diversa, tra cui, nei casi più gravi, l’anafilassi.Sintomi dell’intolleranza al lattosio
Nell’intolleranza al lattosio, il malassorbimento dello zucchero si manifesta clinicamente con sintomi intestinali come dolore e crampi addominali, diarrea osmotica, gonfiore intestinale, meteorismo, flatulenza, borborigmi, nausea e vomito. Seppur rari, una ristretta percentuale di soggetti lamenta anche sintomi extra intestinali, come mal di testa, dolori articolari e muscolari, sonnolenza, acne, vertigini ed altri ancora.Diagnosi di intolleranza al lattosio
Per la diagnosi di intolleranza al lattosio si utilizza il Breath test, ossia il “test del respiro”, un esame semplice e non invasivo eseguibile in ambito ambulatoriale. Si procede con la somministrazione di un carico orale di lattosio, dopo 30 minuti si raccolgono campioni di aria espirata per valutare la presenza o meno di idrogeno (H 2 ) e si ripete l’operazione per 3/4 volte. Il test è positivo quando il livello di idrogeno nell’aria espirata supera almeno di 20 ppm il valore basale.Terapia
Il primo approccio per la cura dell’intolleranza al lattosio è quello dietetico-nutrizionale, che non presuppone necessariamente l’abolizione di latte e derivati dalla dieta, eccetto nei casi più gravi. Tuttavia si consiglia una restrizione calorica dello zucchero per limitare i tipici sintomi intestinali. Non esiste una quantità stabilita di lattosio da assumere, ogni individuo presenta una determinata soglia al di sopra del quale compare il fastidioso corteo sintomatologico, è dunque bene imparare per “trial and error” (letteralmente prova e sbaglia) la quantità tollerata. I soggetti devono essere incoraggiati a reintrodurre il lattosio in quantità progressivamente tollerate, in modo da non determinare eventuali carenze nutrizionali.Infine, oggi in commercio sono diffusi latte e prodotti lattiero caseari delattosati, pensati proprio per i soggetti con intolleranza al lattosio. Un’altra alternativa al classico latte vaccino è quello vegetale come il latte di soia, mandorla, riso, avena e altri ancora ma attenzione all’etichetta… questi ultimi sono ricchissimi di zuccheri!
Bibliografia
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