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La longevità comincia dalla mente  

Ragazza viene analizzata da uno psicoterapeuta.

Di Dott.ssa Emanuela Muriana

Gestire ansia, stress ed emozioni negative è qualcosa che si può imparare e coltivare con il supporto della psicoterapia breve strategica  

Il legame tra benessere emotivo e longevità

La correlazione tra emozioni, stress e longevità è un tema di grande interesse nella ricerca psicologica e medica. Diverse ricerche hanno appurato come le emozioni positive e negative, così come il livello di stress, influenzino la durata della vita e la salute generale degli individui. 

 

Gli studi suggeriscono che le emozioni positive come la felicità, la gratitudine e l’ottimismo sono associate a una maggiore longevità: le persone che sperimentano emozioni positive, infatti, tendono ad avere uno stile di vita più sano, migliori relazioni sociali e una maggiore resilienza allo stress, tutti fattori che contribuiscono a una vita più lunga. Al contrario, emozioni negative persistenti come la tristezza, la rabbia e l’ansia, possono avere un impatto negativo perché possono contribuire a comportamenti malsani, come il fumo e l’abuso di alcol o di sostanze, e aumentare il rischio di malattie croniche.

 

L’impatto dello stress sulla salute

Tuttavia, può essere più complessa la relazione tra longevità, salute e stress. Lo stress acuto, o stress a breve termine, può essere benefico in piccole dosi, aiutando a migliorare la risposta dell’organismo a situazioni difficili. Tuttavia, lo stress cronico, o stress a lungo termine, è dannoso e può portare a problemi di salute.

 

 

Quali sono i fattori che causano stress?  

I principali fattori di stress includono problemi lavorativi, finanziari, relazionali e di salute: la capacità di gestire questi fattori attraverso strategie di coping efficaci, come il supporto sociale e le tecniche di rilassamento, può mitigare l’impatto negativo sulla salute.

 

Gli effetti dello stress sulla salute

Numerosi studi concordano che lo stress cronico e le emozioni negative possono portare a un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, incrementando il rischio di malattie cardiovascolari e indebolendo il sistema immunitario. Lo stress cronico è associato anche a livelli elevati di infiammazione nel corpo, causa di molte malattie croniche e dell’invecchiamento precoce, alterazioni del metabolismo, colesterolo, disturbi digestivi, aumento della glicemia ecc. A livello cerebrale e psicologico sono frequenti insonnia, angoscia, disturbi della memoria e dell’apprendimento.

 

Strategie di gestione dello stress

Razionalmente tutti noi sappiamo “in teoria” cosa fare per migliorare la nostra qualità della vita: dedicarci a tecniche come la meditazione, la mindfulness e il rilassamento progressivo; coltivare le relazioni per avere una rete di supporto sociale forte; adottare uno stile di vita sano, che include una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e un sonno adeguato. Tuttavia, il problema più grande è che a volte, anche se sappiamo cosa dovremmo fare per stare meglio, non riusciamo a farlo.

 

La mente gioca un ruolo cruciale in questo: valuta continuamente gli eventi e le situazioni che ci circondano ed eventi che vengono percepiti come minacce o sfide possono innescare una risposta di difesa o di attacco, oppure attivare una continua e automatica reazione di alert. Essere sempre iper-vigili è un vero fattore di stress per la mente e per il corpo e anche le reazioni di evitamento (per paura) e rinuncia (per impotenza) comportano un sovraccarico emozionale e di pensiero, dando esito a disturbi di area depressiva.

 

Il ruolo della percezione individuale

La percezione e la reazione alla propria realtà sono punto critico per la creazione dei problemi, così come per la loro soluzione, con caratteristiche che possono essere estremamente diverse da soggetto a soggetto pensiamo, per esempio, all’atteggiamento verso il lavoro: per alcuni è una condanna da sopportare, per altri un piacere, e per questi ultimi andare in pensione rischia di trasformarsi in uno stress che crea fragilità e peggiora lo stato di salute.

 

Interventi terapeutici e resilienza

Per affrontare questi problemi va coltivata la resilienza, che è la capacità della mente di adattarsi e riprendersi dalle situazioni stressanti trasformando il limite in risorsa personale: ad alcune persone viene “naturale”, ma ricordiamoci che questa dote si può acquisire imparando a reagire diversamente alle “psicotrappole” della mente. Se non riusciamo a farlo da soli, serve un intervento che disinneschi il meccanismo mentale disfunzionale: la psicoterapia breve strategica è proprio ciò che può aiutarci a trasformare i pensieri negativi e le credenze che contribuiscono a mantenere lo stress.

 

È efficace nel ridurre lo stress e migliorare o ritrovare la salute mentale ed è indicata quando le tecniche di rilassamento non funzionano, anzi, peggiorano la situazione in quanto la persona, pur tentando di rilassarsi e distrarsi, prova impotenza incrementando il pensiero negativo. L’obiettivo è cambiare la percezione per cambiare la reazione disfunzionale e questo si ottiene attraverso manovre cliniche, supportate da protocolli evidence-based.  

Ricordiamoci sempre che la salute emotiva è un “lavoro in corso” che richiede attenzione e impegno costanti: investire in questo aspetto non solo migliora la qualità della vita, ma può anche contribuire auna maggiore longevità. 

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