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La sindrome del piede diabetico 

Piede trattato dal dottore - La sindrome del piede diabetico

Di Cerba HealthCare Italia

Consigli pratici per i pazienti diabetici che devono tenere sotto controllo una problematica dagli esiti potenzialmente molto gravi 

La sindrome del piede diabetico è una delle complicanze croniche del diabete più temute, e che comporta il maggior numero di ricoveri ospedalieri. Si stima che il 15-20% dei pazienti diabetici, nel corso della loro vita, andrà incontro a questo problema.

 

 

Cos’è la sindrome del piede diabetico? 

Ma di cosa si tratta esattamente? Parliamo di infezioni, ulcerazioni o necrosi di tessuti del piede in un paziente diabetico, associate a vari gradi di neuropatia e/o ischemia. Il fattore tempo è cruciale: più tempo si lascia trascorrere, più tessuto si rischia di perdere, con esiti che vanno fino all’amputazione (anche sopra la caviglia) o addirittura al decesso del paziente.

 

 

Approccio al trattamento del piede diabetico 

Fondamentale è intervenire con un approccio multidisciplinare, adottato in Italia da oltre trent’anni, e grazie al quale è possibile ridurre il numero delle amputazioni di oltre il 50%. Innanzitutto, la prevenzione. Questa inizia con un buon compenso metabolico, che significa mantenere le glicemie il più possibile vicino ai valori plasmatici normali (70-110 mg/dl), con una emoglobina glicosilata compresa fra 42 e 48 mmol/mol (6-6,5%).

 

Periodici controlli specialistici diabetologici sono importanti al fine di intercettare i primi segnali di pericolo. Vengono visitati entrambi i piedi alla ricerca di condizioni da correggere: primi fra tutti “i calli”, sia in sede plantare che fra le dita, ossia le ipercheratosi che si formano per la esagerata pressione su quell’area di tessuto, e che nel tempo possono portare alla formazione di un ematoma e successivamente di un’ulcera.

 

Inoltre, deformità delle dita possono favorire i cosiddetti “conflitti di calzature”, con traumatismi che danno inizio a piccole lesioni sui margini, sul tallone o tra le dita. Infine, la riduzione o perdita di sensibilità, causate dalla neuropatia diabetica, possono far sottovalutare lesioni che progressivamente diventano sempre più profonde, anche senza essere dolorose, fino a raggiungere il piano osseo o articolare.

A tutto questo può sommarsi inoltre un’arteriopatia periferica, ossia una carente circolazione lungo le arterie delle gambe e dei piedi. L’infezione risulta una ulteriore complicanza del quadro clinico.

 

Passi da seguire per la cura del piede diabetico 

C’è un semplice decalogo da seguire per ridurre al minimo il rischio di ulcerazione al piede: 

  1. Esaminare ogni giorno i piedi, in particolare la pianta, il tallone e tra le dita. Osservare se tra le dita la pelle è macerata, biancastra, e se le unghie tendono a incarnirsi. 
  2. Lavare i piedi ogni giorno, con acqua tiepida e un sapone di buona qualità. Asciugarli bene con un asciugamano morbido, specialmente tra le dita. Non fare pediluvi prolungati o con sali. 
  3. Dopo aver lavato i piedi, guardare se ci sono ispessimenti duri della pelle sul tallone o sui margini della pianta del piede. In questo caso, strofinare delicatamente le parti interessate con una pietra pomice naturale. Non utilizzare altre pietre o preparati abrasivi, come pure non usare callifughi per duroni e calli. 
  4. Dopo averli asciugati, massaggiarli con una crema idratante a base di urea al 5%, per mantenere la pelle elastica e morbida. Se, malgrado queste precauzioni, si continuano a formare ispessimenti e callosità alla pianta del piede, consultare il medico, potrebbe essere segno di un cattivo appoggio o di scarpe inadatte. 
  5. Evitare temperature troppo calde o troppo fredde e, di conseguenza, non utilizzare borse d’acqua calda o termofori. Se di notte i piedi sono freddi, indossare calze di lana fine o pettinata. 
  6. Non camminare mai scalzi, neppure in casa o in spiaggia. Indossare scarpe comode, evitare le scarpe con punta stretta o con tacchi alti, come pure le scarpe aperte e i sandali. Indossare le scarpe nuove per brevi periodi, fino a quando non si adattano bene al piede. Ispezionare con la mano l’interno delle scarpe prima di calzarle: potrebbero esserci corpi estranei, chiodini o irregolarità della tomaia. 
  7. Non indossare mai le scarpe senza calze. Indossare poi calze di giusta misura, senza rammendi e, possibilmente, senza cuciture. Cambiare calze e calzini ogni giorno. Non portare giarrettiere o elastici che stringano le gambe. 
  8. Tagliare le unghie dritte, non troppo corte, con un tronchesino a punte arrotondate. Non usare forbici appuntite e poi, per smussare gli angoli, utilizzare una lima a punta arrotondata. Se si è in difficoltà o si hanno problemi alla vista, farsi tagliare le unghie da un’altra persona.  
  9. Avvertire sempre il podologo che si ha il diabete. 
  10. Non tagliare calli o duroni. Non forare le vesciche o le bolle con aghi. Coprire le ferite con garza sterile, da fissare poi con rete elastica o cerotto di carta. Non usare cerotti telati. Cambiare la medicazione almeno ogni giorno e osservare attentamente la lesione. 
  11. Seguire sempre le istruzioni solo di professionisti, il medico o il podologo o l’infermiere specializzato. Ricordarsi di far sempre ispezionare i piedi a ogni visita. Chiedere consiglio per ogni iniziativa che si intende prendere per i propri piedi (prodotti, solette, plantari, eccetera).

 

 

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