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L’ecografia della tiroide e i criteri TIRADS

uno screening sempre più necessario per uomini e donne 

L’ecografia della tiroide e i criteri TIRADS

Di Dott. Rosario Di Meo

Buongiorno a tutti! Sono il Dr. Rosario Di Meo e oggi parleremo di un argomento che mi affascina molto: l’ecografia della tiroide e le sue implicazioni, ma prima… partiamo dalle basi.

 

Cos’è la tiroide? A cosa serve?

La tiroide è un organo che si trova poco al di sotto della laringe, a livello del collo. 

Essa è un organo ghiandolare, ossia una struttura deputata a produrre delle sostanze che sono implicate nel modificare il nostro corpo e determinare delle reazioni, tali sostanze sono dette “ormoni”.

 

 

Quali sono gli ormoni prodotti dalla tiroide?

La tiroide produce 3 ormoni, quali: 

  • Triiodotironina (T3),  
  • Tetraiodotironina (T4) 
  • Calcitonina 

I primi due, T3 e T4 sono implicati nel metabolismo cellulare, e li approfondiremo tra poco. La calcitonina invece, assieme agli ormoni prodotti da altre ghiandole, le paratiroidi, regolano il metabolismo del calcio.

 

 

Gli ormoni tiroidei

T3 e T4 hanno un compito importantissimo: regolano il nostro consumo energetico!

Questo significa che in base alle concentrazioni che ne produciamo, essi promuovono un metabolismo elevato o ridotto. Ovviamente, questo non si riduce solo al fatto che fanno dimagrire o fanno ingrassare, ma anche a quanto si sviluppa la crescita di un individuo, la sua muscolatura, la sua concentrazione, etc.

 

Inoltre, questi ormoni sono talmente tanto influenti che agiscono praticamente su ogni organo del corpo, determinando effetti diversi in base alle concentrazioni sanguigne e all’età di ognuno di noi. 

 

 

Ipotiroidismo ed Ipertiroidismo

L’ipotiroidismo viene definito come quella condizione in cui vi è una bassa attività degli ormoni tiroidei in circolo, questo può dipendere da fattori intrinseci alla tiroide oppure estrinseci, come da altri organi.

 

In tali condizioni, tendenzialmente, il soggetto ipotiroideo avrà, generalizzando e semplificando molto, sintomi quali sonnolenza, difficoltà di concentrazione e tendenza ad ingrassare nonostante dieta ed attività fisica adeguate.

 

l’ipertiroidismo viene definito invece come quella condizioni in cui l’attività ormonale tiroidea risulta incrementata, pertanto i soggetti ipertiroidei avranno, generalizzando e semplificando molto, sintomi quali insonnia, ipertensione, ansia, forte dimagrimento e debolezza muscolare.

 

Tali condizioni sono diagnosticabili grazie alla collaborazione di esami del sangue ed esame ecografico della tiroide, date da endocrinologo e radiologo, al fine di studiare non solo la concentrazione degli ormoni nel sangue, ma anche dimensioni della ghiandola e valutare la presenza di eventuali nodulazioni od altri problemi.

 

 

Tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è una patologia autoimmune che comporta uno stato di infiammazione perenne della ghiandola tiroidea.

Questa condizione di manifesta perlopiù nelle donne e con sintomi che oscillano tra l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, in base alla fase della patologia. Tendenzialmente essa si diagnostica mediante l’ausilio di esami del sangue e valutazione ecografica, per una più precisa valutazione sul trattamento.

 

La patologia deve essere trattata in seguito dall’endocrinologo, al fine di non incorrere nella Tiroidite cronica di De Quervain, una condizione in cui la tiroide smette quasi del tutto di funzionare. 

 

 

Noduli tiroidei, cosa sono e perché si formano? 

I noduli tiroidei sono delle zone della ghiandola che reagiscono ad uno stimolo, che può essere intrinseco (genetico) od estrinseco (esposizione a farmaci, radiazioni, etc.).
Tali alterazioni della ghiandola sono sostanzialmente qualcosa di diverso rispetto al resto dell’organo, ma non bisogna fare l’errore di pensare subito che siano tumori maligni! 

 

I noduli tiroidei si dividono in noduli secernenti e non secernenti, rispetto alla loro capacità o meno di produrre ormoni, attività valutabile attraverso un esame chiamato scintigrafia tiroidea; inoltre, essi vengono ulteriormente classificati in base alle loro caratteristiche morfologiche ecografiche, che ne consentono, attraverso le recenti linee guida, un più corretto controllo mediante i TI-RADS. 

 

 

I TI-RADS? E cosa sono? 

La sigla TI-RADS sta per Thyroid Imaging Reporting & Data System, ossia una scala di classificazione per comprendere meglio e con precisione i noduli tiroidei.

 

La classificazione, implementata nella refertazione ecografica della tiroide nei nostri centri, va da 1 a 5 e misura, mediante determinate caratteristiche, quanto un nodulo possa dirsi “pericoloso o meno” con gravità crescente.

 

In base alla classificazione, infatti, i noduli riceveranno un trattamento differente lungo il loro monitoraggio o provvedimento terapeutico-diagnostico, che ne consentirà un loro trattamento quanto più preciso possibile al fine di tutelare la salute del paziente.

 

Infatti, nel caso di TI-RADS 1, molte volte basterà un semplice monitoraggio dei noduli, mentre nei casi più avanzati, come i TI-RADS 4 e 5, si può addirittura andare verso l’asportazione della ghiandola in alcuni casi.

 

 

Ma quindi cosa si fa in caso di TI-RADS 4 o 5? Si opera sempre? 

Ovviamente, non esiste solo il radiologo con la sua classificazione TI-RADS per la valutazione dei noduli tiroidei, ma l’ultima parola per il trattamento spetta sempre allo specialista endocrinologo, il quale, solitamente, esegue delle valutazioni bioptiche per accertarsi delle caratteristiche cellulari dei noduli sopradescritti e, infine, scegliere se operare o meno.

 

Infatti, non sempre i noduli “brutti” sono tumori aggressivi, ma anzi, in moltissimi casi si decide di tenerli sotto controllo proprio per non creare troppi fastidi al paziente asportando un organo tanto importante nel suo metabolismo come la tiroide.

 

 

Come tutelarsi quindi? 

In realtà basta sempre monitorare con cadenza regolare gli indici ematici, correlando il dato radiologico mediante una semplice ecografia, così da scattare una istantanea della situazione complessiva della ghiandola tiroide che ne tracci sia il lato funzionale che quello morfologico, ed aiuti gli specialisti in caso di monitoraggio, da effettuarsi con cadenza scelta dall’endocrinologo rispetto al quadro del paziente.

 

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