Nell’estate del 1976 nell’hotel si tenne una Convention della “American Legion”, alla quale parteciparono numerosi reduci della guerra del Vietnam (in gergo detti legionaires).
Durante tale raduno, su circa 2.000 partecipanti, ben 221 furono colpiti da polmonite acuta e ben 34 persone morirono.
Successivamente si scoprì che la causa della malattia era un batterio rinvenuto nell’impianto di condizionamento dell’aria dell’hotel.
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc.Da questi ambienti esse raggiungono quelli artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
Sono principalmente due le manifestazioni cliniche che si possono avere nell’ambito della legionellosi:
- Una è la febbre di Pontiac, che si manifesta con sintomi simil-influenzali come nausea, tosse e cefalea.
- L’altra, in forma più grave, è la malattia dei legionari, la quale si può manifestare in forma di polmonite con un tasso di mortalità variabile del 10-15%, che nei casi nosocomiali può arrivare fino al 30-50%.
Più le gocce sono piccole, maggiore è la loro pericolosità, poiché riescono a raggiungere più facilmente le basse vie respiratorie.
L’aerosol può essere generato da:
- Apertura di una doccia o di un rubinetto
- Vasche per idromassaggio e piscine
- Sciacquone di impianti igienici
- Bagni turchi e saune
- Torri di raffreddamento/condensatori evaporativi
- Impianti di irrigazione
- Fontane ornamentali specialmente se collocate in ambiente interno
Come si contrae la legionellosi?
La legionellosi NON può essere contratta bevendo acqua contaminata ed inoltre si esclude la trasmissione diretta tra uomo e uomo.Il rischio di contrarre la legionella, oltre che dalla presenza e dalla carica del batterio, dipende da molteplici fattori.
Infatti, bisogna tener conto delle condizioni ideali in cui si moltiplica il microrganismo, ossia a una temperatura compresa tra i 20 e 50 gradi e in presenza di fonti di nutrimento come alghe, calcare, ruggine o materiale organico.
Altri fattori che giocano un ruolo fondamentale sono l’utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta oppure gli aspetti impiantistici legati alle attrezzature presenti in grado di formare aerosol.
Un ulteriore fattore di rischio molto rilevante da sottolineare è la presenza di tubature con flussi d’acqua minimi o assenti.Infine, non va dimenticato l’ospite del batterio, ossia l’uomo, in quanto le caratteristiche peculiari (età, patologie croniche) e le abitudini (fumo) possono giocare un ruolo importante sulla probabilità di contrarre la malattia e sulla gravità con cui si manifesta la malattia.
Valutazione del rischio di legionellosi
Per andare a ridurre il rischio e la probabilità che la malattia si verifichi è fondamentale effettuare una corretta valutazione del rischio analizzando nel dettaglio gli schemi degli impianti in modo tale da individuare i punti critici ed agire su di essi.Inoltre bisogna valutare l’utilizzo delle differenti aree della struttura, tenendo conto che la bassa occupazione può favorire la proliferazione del batterio.
Nelle linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi viene indicato il protocollo di controllo del rischio legionellosi, il quale si divide in 3 fasi sequenziali correlate tra loro:
- Valutazione del rischio
- Gestione del rischio
- Comunicazione del rischio
I sistemi idrici delle strutture turistico – recettive e termali sono particolarmente esposti al rischio legionella e per questo nelle linee guida viene esplicitato che l’analisi di tale rischio deve essere effettuata regolarmente, con periodicità biennale, preferibilmente annuale, e comunque ogni volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata.