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Noi ed il sole: amici per la pelle?

Ragazzo sdraiato su un prato, prende il sole - DIsturbi della pelle esposta al sole

Di Dott. Giacomo Dell antonio

L’estate è arrivata e molti di noi andranno in vacanza esponendosi in maniera molto maggiore del solito al sole. Questo può avvenire sia in maniera involontaria che volontaria passando ore su una sdraio od un lettino, sia in montagna che al mare.

 

Perché un’abbronzatura ottimale è considerata segno di benessere? Fino a qualche decennio fa, solo le persone che facevano lavori manuali si esponevano al sole abbronzandosi mentre le persone abbienti e dei ceti nobili cercavano di mantenere la propria pelle chiara per sottolineare che non avevano bisogno di lavorare all’aperto per guadagnarsi da vivere. Con l’avvento della civiltà industriale ed il lavoro in fabbrica od in ufficio essere abbronzati è diventato segno di svago, vacanza e di attività non lavorativa o sportiva all’aria aperta e quindi segno di benessere specialmente se ostentata nei mesi invernali: chi non ricorda i numerosi centri d’abbronzatura che c’erano sino gli anni 90?

Ma forse per una maggior coscienza della propria salute o per l’influenza della cosmesi orientale si osserva da alcuni anni un’inversione di tendenza, direi un ritorno al passato che si manifesta nella pelle chiara come segno di bellezza ed in una maggiore attenzione a preservarne l’integrità.

 

 

Quindi meglio chiari od abbronzati? Chi ha ragione?

Vediamo di esaminare aspetti positivi e negativi dell’esposizione solare da parte di un anatomopatologo. Forse penserete io non sia il medico più adeguato a parlarne, ma l’osservazione al microscopio dei danni procurati dal sole e lo studio della sua influenza su alcune patologie mi permette di dare alcuni consigli esaminando gli effetti positivi e negativi del sole sulla pelle.

 

 

Gli effetti positivi dell’esposizione al sole

L’esposizione al sole in modo corretto produce nell’organismo effetti biologici positivi molto importanti. Uno dei principali è l’azione che può essere detta “antirachitica“: l’esposizione anche solo per dieci minuti per due o tre giorni alla settimana è sufficiente ad aumentare la produzione di vitamina D che, solo con la dieta, non riuscirebbe a convertirsi nella sua forma attiva. Il sole, inoltre, ha una riconosciuta azione antidepressiva grazie anche alla stimolazione della serotonina (neurotrasmettitore che calma l’ansia e migliora il tono dell’umore) od in ultimo può avere anche una funzione immunomodulatrice ed antinfiammatoria, aiutando la guarigione di malattie cutanee come la psoriasi, la dermatite seborroica o gli eczemi.

 

 

Gli effetti negativi dell’esposizione al sole

Se esaminiamo come sono composti i raggi solari osserviamo che sono divisi in infrarossi (che producono calore), in luce visibile ed ultravioletti (responsabili dell’abbronzatura) a loro volta divisi in A (circa il 95%), B (una piccola componente) ed in C (i più pericolosi ma fortunatamente bloccati dall’ozono).

Quindi quello che vedo al microscopio è fondamentalmente il danno prodotto dai raggi ultravioletti su due componenti principali della cute: il derma che è la matrice di sostegno e l’epidermide che è la parte più superficiale, il rivestimento periferico.

 

 

Nel derma cosa succede con l’esposizione solare?

Nel derma questi fenomeni sono precoci, prettamente fisici e vengono anche definiti dermatoeliosi od elastosi solare perché più danneggiate sono le fibre elastiche.

 

 

L’elastosi

è un danno purtroppo irreversibile, più frequentemente visibile nelle persone anziane ma anche in persone giovani in zone fotoesposte. Le fibre elastiche degenerate formano aggregati compatti, omogenei che modificando la normale elasticità dermica causano le rughe. Purtroppo, anche le più recenti terapie laser per eliminarle “spianando” la pelle agiscono favorendo la produzione di fibre collagene che riempiono e distendono il derma, dando un piacevole effetto lifting, ma non riescono ad indurre la rigenerazione o riparazione delle fibre elastiche che sono responsabili della naturale elasticità alla pelle. Il danno alle fibre elastiche, inoltre, modifica in parte la normale idratazione superficiale da parte delle ghiandole sudoripare ed eccrine creando secchezza superficiale.

 

E nell’epidermide?

Diversa è invece l’azione del sole sull’epidermide in cui vi è un danno, oltre che fisico, anche di alterazioni del DNA delle cellule epiteliali e melanocitarie che può essere considerato tardivo in quanto si manifesta in tempi più lunghi, spesso anni. È ormai nota da tempo la correlazione tra esposizione solare e forme di cheratosi dette attiniche (da sole) che si manifestano principalmente nelle zone fotoesposte come il viso. Queste cheratosi sono delle precancerosi che possono avere una diversa intensità di displasia cioè una diversa propensione ad evolvere verso forme tumorali più aggressive come il cheratoacantoma od invasive come i carcinomi basocellulare e squamocellulare.

Entrambi i carcinomi hanno malignità prevalentemente locale dando rarissimamente metastasi a distanza. Il problema è il coinvolgimento di strutture delicate come le zone peri oculare o peri nasale in cui vi possono essere fenomeni recidivanti con erosioni, ulcere ed interessamento di strutture muscolari od ossee.

 

 

Il melanoma: il tumore cutaneo più temuto

Ma, come già detto in questa sede, il tumore cutaneo più temuto è il melanoma essendo purtroppo sempre più frequente e talora metastatico specialmente nelle forme avanzate. Si è discusso molto su quale fosse la correlazione tra melanoma ed esposizione solare. Nelle ultime classificazioni il melanoma è stato suddiviso in due forme principali, entrambe pericolose, di cui una specificatamente legata all’esposizione solare specialmente in età infantile.

Il danno avviene per alterazioni del DNA o più genericamente del patrimonio genetico delle cellule melanocitarie le cui mutazioni od alterazioni sono ancora in fase di studio

Concludendo e senza voler rubare il mestiere ai dermatologi il consiglio è quello di una foto esposizione moderata usando la protezione solare, evitando di esporsi nelle ore più calde della giornata specialmente i primi giorni.

 

 

I controlli dermatologici

Fate controllare i vostri nei e rivolgetevi subito ad uno specialista alla comparsa di lesioni pigmentate, specialmente quelle a rapida crescita. Ricordando che una diagnosi precoce è la miglior terapia.

 

 

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