Più fondi per la sanità

Più fondi per la sanità

di Cerba HealthCare Italia

Il CEO Stefano Massaro ha parlato in diretta tv nazionale del problema dei bassi finanziamenti al SSN e indicato la strada per risolverlo: ancorare la spesa sanitaria al Pil

L’Italia spende la metà rispetto a quello che spendono paesi come Francia e Germania nella sanità pubblica.

È questo il primo e più importante dato da tenere a mente quando ci si imbatte in problemi annosi e ben noti come liste d’attesa insormontabili e difficoltà di accesso ai servizi sanitari:

«I cittadini devono sapere che in queste condizioni noi stiamo compiendo un miracolo. E dico noi, perché il servizio sanitario pubblico è quello erogato con denaro pubblico, indipendentemente da chi sia l’erogatore, che sia di diritto privato o di diritto pubblico. La verità è che il sistema sanitario nazionale non è finanziato a sufficienza. Mancano le risorse»

lo ripete da tempo il CEO di Cerba HealthCare Italia Stefano Massaro e l’ha ribadito con forza anche lo scorso 4 aprile quando è stato chiamato a intervenire a TgCom24 Tour,

 

viaggio in varie tappe che porta l’informazione economica del canale all-news di Mediaset sul territorio raccontando i temi caldi del momento con notizie, interviste, video e approfondimenti.

 

Alla tavola rotonda sulla sanità e sul rapporto pubblico e privato era presente anche il sottosegretario al Ministero della salute Marcello Gemmato e, così, Stefano Massaro ha avuto l’occasione di portare in diretta nazionale e davanti a un rappresentante delle istituzioni la battaglia che Cerba porta avanti per aumentare i fondi destinati alla salute dei cittadini.

 

E poiché Cerba HealthCare Italia, in tutto ciò che fa, non solo indica i problemi ma propone anche interventi e soluzioni, Stefano Massaro non si è sottratto dall’indicare una strada:

«Ancorare una spesa sanitaria corretta al volume del PIL, il prodotto interno lordo. L’Italia destina alla sanità il 6,8% del PIL, gli altri Paesi avanzati (e con un’età media della popolazione inferiore) il 10%. Dovremmo ancorare la spesa a quella percentuale minima, renderla invalicabile e non negoziabile».

Questo significherebbe tra l’altro sottrarsi al meccanismo deleterio delle promesse elettorali, perché nei periodi vicini alle elezioni, a prescindere dal colore dei governi e dalle correnti politiche, i finanziamenti pubblici a questo o quello diventano strumenti di scambio, e la sanità viene sacrificata perché non porta voti.

 

Invece, conclude Massaro,

«Non possiamo accorgerci dell’importanza del bisogno sanitario solo quando siamo malati. Il denaro pubblico va destinato a ciò che serve davvero».


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