Il singolo aborto spontaneo colpisce invece fino al 50% delle coppie. Purtroppo, circa la metà dei concepimenti abortisce entro le dodici settimane, e circa la metà di questi aborti è così precoce da non essere percepito dalla donna.
Si può identificare la causa della poliabortività?
Non sempre è identificabile, tuttavia, le seguenti sono le più comuni:Anomalie genetiche
Oltre quelle casuali, si può essere in presenza di una traslocazione o di altre anomalie nel corredo cromosomico della coppia.Anomalie della cavità uterina
Come la presenza di un utero setto, malformazione congenita che può essere incompatibile con l’attecchimento e/o lo sviluppo dell’embrione.Trombofilia
Condizione medica predisponente di trombosi venose profonde, che se si sviluppano a livello placentare possono indurre alla perdita del bambino.Disturbi del sistema endocrino e metaboliche
Le donne affette da ipotiroidismo hanno un rischio maggiore di avere aborti ricorrenti; da non trascurare neppure il ruolo dell’iperprolattinemia, della scarsa produzione di progesterone ed il diabete scompensato (che può indurre malformazioni fetali incompatibili con la vita).Malattie autoimmuni o alloimmunità
Le cellule fetali possono essere individuate dal sistema immunitario materno come estranee e dunque essere rifiutate dall’organismo.Cause infettive
Il ruolo dei processi infettivi è ancora controverso, tra i germi più comunemente incriminati: Chlamydia, Mycoplasma, Ureaplasma, Listeria, Cytomegalovirus e Toxoplasma.Non vanno poi trascurati altri importanti fattori di rischio per il proseguo di una corretta gravidanza. L’età della gestante ad esempio è determinante nel rischio di poliabortività: in relazione alla maggiore incidenza di anomalie cromosomiche dopo i 35 anni ed ancora di più dopo i 40, le percentuali di aborto ricorrente aumentano significativamente.
Questo articolo è contenuto nel nostro ultimo Cerba Magazine Italia #9
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Quali indagini diagnostiche effettuare per identificare cause di poliabortività?
Presso i Poliambulatori e Laboratori Cerba HealthCare Italia si possono effettuare alcuni esami per indagare se esiste una causa specifica di poliabortività :- Esame del cariotipo (per escludere o confermare anomalie cromosomiche)
- Ecografia o preferibilmente un’isterosalpingografia per valutare la presenza di un problema uterino come l’utero setto
- Analisi del sangue per identificare problemi autoimmuni, ormonali o metabolici
- In caso di raschiamento, o comunque in presenza di tessuti fetali espulsi con l’aborto, talvolta può essere utile anche un test genetico su questi.
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