Comprendere la POTS.
La POTS (sindrome da tachicardia posturale ortostatica) è caratterizzata da un incremento significativo della frequenza cardiaca durante il passaggio dalla posizione clinostatica (sdraiata) a quella ortostatica (in piedi).
POTS: sintomatologia
La sintomatologia di questa sindrome è variabile ed in taluni casi può essere così debilitante da impattare negativamente sulla vita quotidiana.
Nello specifico, nei soggetti che sono affetti da POTS, quando passano dalla posizione sdraiata a quella eretta, si verifica un aumento eccessivo della frequenza cardiaca, di solito di più di 30 battiti al minuto (entro 10 minuti dalla posizione ortostatica), che raggiunge dei valori di frequenza cardiaca superiori a 120 bpm.
Più frequentemente interessa le donne, di età compresa fra 20-40 anni e talvolta si può verificare come prima volta post gravidanza, post-intervento chirurgico od in seguito ad una malattia virale. I sintomi più comuni sono: vertigini, svenimento palpitazioni, difficoltà mnemoniche, mal di testa, mancanza di forza, malessere generale, con riduzione della sintomatologia se il paziente si sdraia.
Diagnosticare la POTS
Un esame importante per fare la diagnosi è il tilting test. Il paziente si sdraia su un lettino, che si inclina e viene posizionato in posizione ortostatica: attraverso la motorizzazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa si valutano eventuali modifiche della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. L’episodio singolo può essere contrastato sdraiandosi ed alzando le gambe.
Prevenzione della POTS
La prevenzione consiste nell’effettuare esercizi fisici aerobici che possano sviluppare la muscolatura delle gambe, bere due litri di acqua al giorno, utilizzare calze compressive, evitare lunghi periodi in posizione eretta e non assumere alcolici.
Trattamento della POTS e farmaci
I farmaci più utilizzati sono betabloccanti ed ivabradina che comportano la riduzione della frequenza cardiaca, la midodrina che ha effetto sul distretto vascolare ed il fludrocortisone, e sono abbastanza efficaci nella risoluzione della sintomatologia. La prognosi è molto buona, circa il 90 % dei pazienti risponde alla terapia, se associata ad esercizi fisici.