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I rischi dell’eccessiva magrezza 

La magrezza eccessiva può comportare rischi anche gravi al nostro organismo, vediamo quali sono i rischi che ne possono derivare. 

Una bilancia bianca - eccessiva magrezza

Di Dott. Raffaele Soccio

Così come l’obesità l’eccessiva magrezza può avere gravi conseguenze per la salute.

A tale riguardo un esempio particolarmente significativo è rappresentato dalla condizione di anoressia nervosa, un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una restrizione dell’alimentazione che può essere associata a differenti complicazioni mediche, che aumentano in incidenza e gravità, a perdita di peso, aumentato rischio di mortalità dovuto agli effetti della privazione cronica di cibo.

 

 

Quali sono gli effetti dell’anoressia nervosa e i sintomi 

Le complicanze osservate nell’anoressia nervosa sono per la maggior parte secondarie all’instaurarsi di un comportamento non salutare di controllo del peso. Tra i sintomi fisici dell’anoressia si possono osservare l’eccessiva sensibilità al freddo, sintomi gastrointestinali (stipsi, digestione prolungata e difficoltosa), vertigini e sincope, sonno disturbato e risvegli precoci mattutini, blocco della crescita e mancato sviluppo delle mammelle, pelle secca, peluria fine sulla schiena, avambracci e lati della faccia, colore arancione dei palmi delle mani e dei piedi, ipotermia (mani e piedi freddi), edema, debolezza muscolare.

 

Inoltre, l’anoressia nervosa è associata ad anomalie di carattere endocrino, cardiovascolare, squilibri ematochimici (anemia normocitica normocromica moderata, leucopenia moderata e linfocitosi relativa, piatrinopenia). In alcuni pazienti sono state, inoltre, diagnosticate osteopenia ed osteoporosi, con aumento del rischio di fratture.

 

 

Complicanze gastrointestinali e pancreatiche dell’anoressia

Altre complicanze dell’anoressia Un’altra complicanza è rappresentata dalla sindrome dell’arteria mesenterica. È il risultato della perdita di peso e atrofia del cuscinetto di grasso tra l’aorta e l’arteria mesenterica; l’arteria mesenterica comprime il diametro del lume del duodeno e causa una ostruzione meccanica del piccolo intestino. Il trattamento consiste in una modifica della consistenza delle fonti caloriche, in pasti più frequenti e nella ripresa del peso.

In pazienti anoressici è stata osservata un’atrofia del pancreas e, anche se la dimensione dell’organo sembrerebbe tornare alla normalità con il recupero e l’aumento di peso corporeo.

Si assiste anche ad aumento dei livelli delle transaminasi dovuto a digiuno e quindi normalizzabili a seguito di riabilitazione nutrizionale. Le complicanze cardio-vascolari quali il rallentamento del ritmo cardiaco e l’abbassamento della pressione arteriosa sono presenti nella maggioranza dei casi, tanto che tra le principali cause di mortalità associate ad anoressia nervosa c’è quella dovuta a problemi cardiaci.

 

 

Complicanze cardiovascolari dell’anoressia

La perdita estrema di peso dovuta all’anoressia nervosa sembra causare una contrazione delle miofibrille cardiache e conseguente ridotta capacità di esercizio. In generale i pazienti sono bradicardici: la frequenza del battito cardiaco può scendere pericolosamente al di sotto dei 40 battiti al minuto con elevato rischio di sincopi o arresto cardiaco. In aggiunta sono generalmente ipotesi con pressione sistolica al di sotto di 90 mmHg; l’ipotensione arteriosa può favorire crisi lipotimiche con conseguenti cadute e perdite di coscienza.

 

Questi cambiamenti sono dovuti ad un aumentato tono vagale che rappresenta un meccanismo di adattamento per conservare l’energia di fronte alla deprivazione calorica. Bradicardia, ipotensione ortostatica sembrano tutti risolversi con il recupero del peso e in assenza di altri specifici trattamenti. Il prolasso della valvola mitralica si verifica in circa un quarto dei pazienti e si normalizza a seguito del ripristino del peso.

 

 

Complicanze ematologiche ed epatiche dell’anoressia

Anomalie ematologiche sono abbastanza comuni nei pazienti anoressici e possono interessare tutte le linee cellulari (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine). Disfunzioni nel fegato sono state indicate come causa principale di trombocitopenia in quanto la trombopoietina, che è prodotta nel fegato e regola la produzione di piastrine, è carente in pazienti anoressici. Le complicanze a livello osseo sono caratterizzate da osteopenia e osteoporosi (con aumento del rischio di fratture) a causa di perdita della densità minerale ossea a cui contribuisce la minore assunzione di calcio e vitamina D.

 

 

Complicanze ossee e altre conseguenze dell’anoressia

Un recente studio ha dimostrato che l’85% delle donne a cui è stata diagnosticata anoressia nervosa hanno anche osteopenia o osteoporosi. Questo è importante per le adolescenti che potrebbero non raggiungere mai il normale picco osseo in quanto cominciano ad avere problemi prima di raggiungere la densità e la struttura ottimali. Per prevenire l’osteoporosi in presenza di anoressia, il modo migliore è il recupero del peso e la ripresa del ciclo mestruale. Livelli adeguati di introito di vitamina D e calcio sono necessari per la salute ossea, ma non in caso di anoressia nervosa.

 

È stato dimostrato, che i bifosfonati, (per inibire il riassorbimento osseo) sono efficaci in pazienti anoressici ma devono essere usati con cautela a causa dei loro effetti avversi. Esistono pochi studi randomizzati controllati che dimostrano che una combinazione di estrogeni e progesterone non sono idonei in caso di anoressia, anche se dati recenti dimostrano che estrogeno transdermico incrementa la densità ossea. Il problema è presente non solo nelle donne, ma anche negli uomini.

 

Una delle conseguenze più importanti è la sindrome di Wernicke-Korsakoff, malattia degenerativa del sistema nervoso legata ad una carenza di tiamina e che determina demenza caratterizzata da atassia, progressivo decadimento delle facoltà mentali e paralisi dei muscoli retti esterni che determina oftalmoplegia. Infine, l’anoressia nervosa è associata ad anomalie di carattere endocrino quali bassa concentrazione degli ormoni LH, FSH ed estradiolo, di testosterone ed estrogeni, di T4 e al contrario incremento del cortisolo plasmatico, ipoglicemia e bassi livelli di leptina.

 

 

Degenerazione neuronale come causa di anoressia 

La degenerazione neuronale determina un quadro clinico caratterizzato da amnesia retrograda, diminuzione della capacità di apprendimento e confabulazione, la cosiddetta sindrome di Korsakoff. Per tale motivo viene prescritta una supplementazione con tiamina ai pazienti con anoressia nervosa appena cominciano ad alimentarsi. La malnutrizione dovuta ad anoressia nervosa causa cambiamenti anatomici nel cervello, ma il problema della reversibilità rimane criticamente importante soprattutto per la giovane età dei pazienti.

 

Uno studio su 40 donne ricoverate per anoressia da oltre un anno, esaminate con risonanza magnetica, non ha mostrato differenze significative nel volume del liquido cerebrospinale o in quello della sostanza grigia o bianca. Tali risultati non sono, tuttavia, stati confermati da altri studi. Con il recupero del peso corporeo è stato evidenziato un aumento della sostanza grigia anche se in misura minore rispetto ai controlli; inoltre, il grado di perdita di sostanza grigia correla negativamente con la durata della malattia.

 

 

Come si può ripristinare un corretto equilibrio psico-fisico del paziente? 

Le complicanze mediche, dovute ad un progressivo deterioramento in differenti organi, sono dovute alla mancanza di cibo e quindi possono essere superate con un programma di rialimentazione ben studiato approfonditamente insieme ad uno specialista.

 

 

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