Tecarterapia: Riabilitazione d’avanguardia a Varese

di Cerba HealthCare Italia

Aggiornato il 15/11/2023

Contenuti nascondi

1 Patologie trattabili con la Tecarterapia

2 Vantaggi della Tecarterapia

3 Ci sono delle controindicazioni?

4 Dove effettuare terapia di Tecarterapia

La Tecarterapia è una forma di terapia che negli ultimi anni ha riscosso sempre più consensi e che opera una biostimolazione attraverso la quale è possibile riattivare rapidamente i naturali processi riparativi ed antinfiammatori.

Non agisce attraverso la somministrazione di corrente dall’esterno ma richiamando, tramite un particolare elettrodo ad alta tecnologia, le cariche elettriche presenti all’interno dei tessuti verso la superficie cutanea.

Patologie trattabili con la Tecarterapia

cervicalgie
lombalgie processi artrosici
sciatalgie artralgie croniche
mialgie
artopatie
deficit articolari
contratture, stiramenti e strappi
lesioni tendinee
distorsioni
postumi di fratture
patologie adduttorie
fascite plantare
gonartrosi
pubalgia
tendinite rotulea
sindrome del tunnel carpale
sindrome della cuffia dei rotatori

Vantaggi della Tecarterapia

Tempi ridotti per restituire al paziente la normale funzionalità
Risultati immediati
Il sollievo dal dolore è immediato e la mobilizzazione è raggiunta più velocemente

Ci sono delle controindicazioni?

Non esistono effetti collaterali segnalati dall’utilizzo corretto dello strumento poiché si tratta di una tecnologia che sviluppa un’energia assolutamente biocompatibile con il tessuto organico. Le sole controindicazioni segnalate sono per:

donne in gravidanza
portatori di pacemaker
portatori di dispenser elettronici di farmaci

Una seduta di Tecarterapia ha una durata media di circa mezz’ora.
Solitamente, un ciclo di cura completo consta mediamente di un numero di sedute che varia da 6 a 10.

Tutte le fasi del trattamento avvengono sempre sotto il controllo di un operatore.

Praticamente, semplificando molto, l’operatore appoggia una piastra (elettrodo passivo) sul corpo del paziente, poi si lavora con un secondo elettrodo sull’area che deve essere trattata; il secondo elettrodo è guidato manualmente dall’operatore.

A seconda della condizione da trattare, il terapista utilizzerà il circuito resistivo oppure il circuito capacitivo.